27 marzo 2009

quiche vegan all´invidia



E´da tanto che voglio provare a fare una quiche vegan. E dopo tanto tempo finalmente mi sono decisa a provare!! Ecco il risultato... ottimo direi!!! :)

ho appena ri-trovato le foto sul computer... ma niente ricetta...



Il procedimento é cmq stato il seguente:

La base é stata fatta con una pasta brisé vegan all´olio di girasole, il ripieno con tofu e panna di soya frullati insieme conditi con sale, pepe, sale nero e un pizzico di noce moscata. All´ultimo ho aggiunto l´indivia a fettine, dalla foto mi sembra anche il prezzemolo che non ricordo affatto.
Dopo aver steso la pasta brisé in una teglia da crostata, viene riempita con l´indivia e decorata con dei semi di sesamo.



In forno a 180° circa fino a cottura ultimata.

Meglio se tiepida o fredda.

Ora spulcieró nella cucina dell´ufficio se trovo il post-it con la ricetta... la voglio fare per pasqua, ma senza re-inventarmela!!!

Saluti affettuosi,
Vila

26 marzo 2009

cuoca offresi


dopo una serata di ricerche inutili sul web per trovare lavoro, ho pensato di mettere un annuncio sul mio blog:

cuoca vegetarina e vegan offresi:

sono simpatica, carina e discreta... hehehe, a parte gli scherzi, ho anni di esperienza in cucina, e riesco a cucinare da sola fino ad un massimo di 30-40 persone e per catering fino a 200 (anche di piú se ho tempo), con aiutanti ovviamente i numeri aumentano.
Adoro la cucina indiana e mediterranea, vi posso aiutare con un menu ayurvedico personalizzato a seconda del/dei vostri dosa, ma me la cavo anche con la cucina tedesca/nord europa e per cene a tema ho giá trattato cucina sud americana, africana e cinese.
Mi piace sperimentare mischiando elementi di varie etnie.
Sono disponibile per un lavoro a tempo determinato, o per la stagione estiva, in Italia, Germania, Austria e Svizzera.

Cucino vegan, ma anche vegetariano rigorosamente senza uova.

La mia email la trovate nel profilo di questo blog

Spero che tra di voi ci sia qualcuno che possa aiutarmi...

Con affetto,
vila

prima puntata: dusseldorf-istambul-delhi con pakora di melanzane


Eccomi tornata dall’India!!!
prima puntata: dusseldorf-istambul-delhi con pakora di melanzane


A dire il vero è più di una settimana che sono tornata, ma tra tanto lavoro accumulato in due settimane di ferie e alcuni problemini di salute metto solo ora mano alla tastiera.

Il viaggio è andato abbastanza bene, anche il volo con la turkish. Aerei e piloti sono veramente buoni, mentre hostess e custumer care fa veramente pietà. Abbiamo trovato delle hostess dall’educazione e buone maniere inesistenti, durante la prenotazione non hanno registrato la richiesta di menu vegan (che poi abbiamo scoperto non esistente, e quindi perché non dircelo al momento della prenotazione invece di ritrovarci con un menu onnivoro?) e quindi dopo aver lamentato a Istambul, e aver fatto telefonate al call center siamo riusciti ad avere per il volo di ritorno il menu asiatico vegetariano (spacciato per vegan e quindi senza uova e latticini, ma contenente panir, burro e altro). Ma almeno non c’erano carcasse di varia origine.
Morale della favola, i turchi non sanno cosa vuol dire essere vegan (ah… la mia amata aeroflot!! )
Per fortuna che ero attrezzata con pane e salsine varie, tutte rigorosamente in confezioni sotto i 100g in modo da passare il check in!
Altro punto nero della turkish è la pulizia. Prima ritirano i piatti toccando posate e bicchieri all’orlo, e poi contemporaneamente, ti servono il caffè/tè… uno schifo… immaginate i bei guanti sporchi degli avanzi degli altri passeggeri? sì sì con queste manine belle zozze ti vogliono dare il caffè.
Mio marito, che è non ha peli sulla lingua, ha chiesto allo steward di togliersi i guanti prima di servirci la bevanda calda (io stavo ghiacciando), visto che le mani erano sporche, ma mi sa che la risposta era paragonabile ad un “vaffanculo”: prima lamentatevi con la direzione e poi io vi servo il te. E la povera vila ha continuato a ghiacciare nel volo di ritorno dove mi sono ammalata per benino… dal caldo dell’India, al ghiaccio dell’aereo.
Questo è anche un altro dato di fatto: io in India non mi ammalo (o mi ammalo molto di rado se la temperatura è alta alta), sarà perché sono andata la prima volta a due anni e mezzo, che non ho mai fatto vaccinazioni preventive, niente per la malaria perché tanto sono talassemica e se me la piglio sono proprio sfigata, ma ventilatori, AC e aerei mi ammazzano!!!

Allora dopo tutte le peripezie con la Turkish siamo arrivati a Delhi… ma sapete come diventa sempre più pulita di anno in anno? Ora stanno allungando la metropolitana fino in aeroporto (e i taxisti? ok, meno inquinamento, ma forse anche meno lavoro!!!), e le strade sono decisamente migliori.
Siamo stati due notti nel quartiere di Janakpuri. E’ la prima volta che mi sono soffermata a vedere da vicino le metropoli indiane. E devo ammettere che Delhi, per quello che ho visto, mi ha veramente stupito in positivo.
C’è la raccolta differenziata: rifiuti organici, e altri tipi tutti in cassonetti diversi. Wow!!!
Ho visto anche ambulanze e macchine di aiuto per le donne. Ok, se c’è bisogno di assistenza speciale, vuol dire che qualcosa non va nella società, e il ruolo delle donne nell’India moderna è qualcosa che, nella stragrande percentuale della popolazione, viene trascurata, malcurata e sfruttata, ma è un buon sintomo di riscossa vedere che ci sono organizzazioni che si prendono cura di questo problema e che sempre più donne chiamano per essere aiutate.

E le foto? ottima domanda! avevo fotografato il tutto finché la macchina ha deciso di non lavorare e così mi ha lasciato senza foto…
io sono contenta, perché foto non ne ho mai fatte e mi piace ricordare i miei viaggi nel cuore… ma mi sarebbe piaciuto condividere alcuni dei posti dove sono stata con voi… pazienza, sarà alla prossima volta in india…

Per la prima volta a Delhi ho preso la metropolitana… mi sembrava essere a Berlino… poi abbiamo scoperto che è una ditta tedesca a importare i vagoni in India… tutti gli indiani se ne vantavano appena sentivano che mio marito è tedesco…
Il bello della metro è che la linea che abbiamo preso (la rossa?) ha come due capolinea Indraprasta e Hastinapura. Prima di partire per l’india, per diversi mesi abbiamo visto il Mahabharata (la Grande India), il famoso poema epico in dvd. I due protagonisti della storia, ovvero i due gruppi di fratelli Pandava, i figli di Pandu Maharaja (il bene), e i Kaurava, i figli di Dritarastra (il male), a un certo punto dividono l’impero in due parti: Indraprasta va ai pandava e Hastinapura rimane ai kaurava. Non contenti di questo succedono mille eventi fino alla guerra di Kuruksetra, dove si dice essere l’ulima battaglia sulla terra dove da una parte erano schierate le forze del bene, e dall’altra quelle del male… interessante anche che tra le forze del male erano schierate gente per nulla malefica, anzi… ma avendo accettato servizi e compromessi (erano obbligati ad accettarli per motivi vari) si sono ritrovati a combattere sull’altro fronte…
Lasciando stare la storia del Mahabharata, era come un tuffo nel poema viaggiare tra queste due direzioni.
Le misure di sicurezza che ci sono in metropolitana a delhi sono super rigidissime, tipo aeroporto: metaldetector, controllo delle borse e molta polizia di pattuglia. Anche questo è un punto in più a Delhi, anche se mi scocciava ogni volta farmi controllare…
Il biglietto era un gettone-microchip con registrata la fermata di destinazione, e per fare aprire la porta di uscita della stazione, bisogna inserirlo: niente corse senza biglietto e nessuna possibilità di riutilizzarlo.

E il cibo? caspita siamo in un foodblog, non posso evadere questa domanda!!!

Abbiamo alloggiato nella guest-house di un tempio vaisnava: il mio alloggio preferito. In genere i templi hanno un buon livello di sicurezza, non imbrogliano, hanno una cucina molto pulita ed igienica in quanto offrono il cibo sull’altare alle loro divinità, e nonostante spesso possa essere una sistemazione spartana, accoglienza e simpatia colmano la lacuna.
Questa volta abbiamo avuto una bella stanza doppia, con letto e materasso e bagno “occidentale” in stanza. Se mettete anche i 3 pasti al giorno e considerate che abbiamo pagato 350 (5,60€) rupie a notte in due, mi sembra un buon prezzo. Per chi non fa parte della loro associazione sono 450 o 500 rupie (7,25/8,00€) a notte per una stanza senza AC.

Menu:
Colazione: Kichri, ovvero riso, dal e verdure tutto cotto insieme, e per accompagnarlo c’era sempre qualcosa di fritto come papadam (wafer di dal), pakora di melanzane o puri (pane fritto).

Pranzo: riso, dal, 2-3 tipi di verdure, puri, e se capitate di domenica per la festa trovate anche il dolce.

Cena: chicchi di mais al burro, riso, insalata. oppure riso e dal, oppure riso e verdura. Dipende dall’ispirazione del cuoco.

Il tutto senza limiti di quantità.

Ricetta: PAKORA DI MELANZANE
ovvero melanzane fritte in pastella all’indiana

La primavera è appena iniziata e quindi molti di voi staranno già preparando o pianificando l’orto. In alcuni mesi le melanzane la faranno da padrone ed ecco una delle ricette che preferisco in india. Ma la ricetta è la mia versione personale.

Preparate una pastella con sola farina di ceci e acqua. Salatela con sale normale e sale nero, e insaporite con un po’ di curcuma, peperoncino in polvere e alcuni semi di Kalonji o Nigella.

Tagliate la melanzana per il lungo e poi a fette, in modo da avere delle mezze lune. Io le preferisco di 3 mm di spessore ma c’è chi le taglia a 5-8mm. Vedete voi… Se tagliate fine ne vengono di più e più buone.

Scaldate l’olio o il ghi per friggere (io uso sempre olio di girasole: delicato, leggero e non troppo unto). Quando è caldo immergete le melanzane nella pastella e poi friggetele.

Scolare su carta assorbente, o se proprio volete farla all’indiana scolate in un colino.

Servire con chutney di pomodoro o di coriandolo, oppure con quello che preferite.
 

My Blog List

Term of Use

In cucina con Vila Copyright © 2009 Flower Garden is Designed by Ipietoon for Tadpole's Notez Flower Image by Dapino