25 novembre 2008

finalmente una bella notizia....


... niente piú animali al circo!!!

Sfogliando virtualmente le pagine dei quotidiani online, disgustata dalla storia del clochard di Rimini, e dopo aver letto titoli su bombe, guerre e omicidi, dulcis in fundo il parlamento italiano ha varato una legge bipartisan che vieta allo stato di dare soldi a chi usa qualsiasi animale (feroce o non) per spettacoli circensi.

Questi spettacoli sopravvivono grazie ai contributi statali e quindi molto presto, non avendo piú questi soldini, scompariranno...

... rimarranno peró clown, trapezzisti e altro, come il cirque de soleil, che non usa animali...

un bella notizia per addolcire il resto del giornale...

clicca qui per l´articolo

18 novembre 2008

Seitan is my motor


Questo é il titolo di un simpatico e buonissimo blog in inglese. L´autore a quanto ho capito deve essere di Dresda (Germania).

Per tutti i vegan (e no) é un sito da non perdere!!!

Ho scelto 3 sue ricette da presentarvi...

Indian sausages:


Donauwelle, una buonissima torta tedesca!!
E infine i mini-amaretti, 100% vegan:

Non sono delle ricette meravigliose??

saluti affettuosi,
vila


17 novembre 2008

GHI - burro chiarificato



Recentemente mi é stata posta una domanda via email:

“Perché la cucina ayurvedica fa uso di ghi e quasi nessun uso di oli vegetali? Non dovrebbe essere il ghi molto grasso e quindi non buono per la salute?”

Vediamo cosa dicono i libri di cucina ayurvdica che ho in casa a proposito del ghi:

“Il burro chiarificato (ghi) della cucina ayurvedica è considerato un elisir di luna vita e giovinezza. E’ più leggero del burro e di altri grassi. Preparato e utilizzato in modo corretto, rafforza gli organi della digestione e rende i cibi più digeribili, conferendo loro un sapore più intenso senza alterarne il contenuto in vitamine e sostanze nutritive. Inoltre il ghi è il mezzo ideale per favorire l’assorbimento da parte dell’organismo di vitamine liposolubili, minerali e oligoelementi”.

E. Schrott, La cucina dell’ayurveda, Tecniche Nuove, Milano 2000


“Per secoli il ghi è stato segno di prosperità in India e nei tempi vedici chi aveva un’ampia scorta di ghi era come se possedesse dell’oro liquefatto. La letteratura vedica in realtà si riferisce al ghi come “cibo per la mente”, una fonte di proteine ed energia. In diverse parti dell’India vengono usati anche altri oli come ad esempio in Bengala l’olio di mostarda viene usato per le conserve (pickle) e per le verdure a foglia verde, in Gujarat e Maharastra viene usato l’olio di cocco, e l’olio di semi o di sesamo è ottimo in diversi piatti. Ma il ghi rimane la scelta ottimale per coloro che vogliono esplorare la vera tradizione vedica.
Se non avete particolari problemi di dieta, cucinare con una moderata quantità di ghi non è più dannoso che utilizzare altri oli, ma secondo alcuni ricercatori è meglio e il suo gusto non può essere imitato. Alcuni lo descrivono con un sapore “di noci e dolce”, ma per me questa è una descrizione vaga: c’’è qualcosa di meraviglioso, quasi di caramello mentre si mescola una pentola di ghi sul fuoco.
Nonostante il burro sia una scelta ovvia da servire a tavola oppure per cucinare al forno, non lo si può utilizzare sul fuoco per la maggior parte dei piatti. Questo perché è composto all’80% di grasso, 18% di acqua e 2% di proteine solide e al di sopra dei 120°C la parte solida inizia a bruciare. Il ghi diventa quindi la scelta migliore in quanto privo della parte solida. Il burro chiarificato francese viene fatto sciogliendo il burro non salato e separando la parte giallo chiaro del grasso dalle proteine del latte solide. Il ghi viene fatto con un’ ulteriore cottura del burro sciolto fino a quando le proteine si sono solidificate e inscurite. Tutta l’acqua è evaporata è il concentrato dorato di grasso viene attentamente filtrato. Non solo il gusto viene incrementato da questo procedimento, ma il punto di fumo si innalza verso i 190°C e a questo punto qualsiasi tipo di frittura o altro tipo di cottura è possibile.
[…] Il ghi può essere preparato in quantità e conservato per diversi mesi: 2 mesi in una stanza fresca, 4 mesi in frigorifero e fino a sei mesi se congelato.
Nei negozi di alimentazione naturale o gourmet delle grandi città si può trovare burro crudo non salato ottenuto da panna non pastorizzata, questo può dare un gusto di altri tempi.
Oppure potete preparare voi stessi il burro da cui fare il ghi”.


Yamuna devi, The art of Indian vegetarian cooking, Leopard, London 1995
(mia traduzione)




Penso che il motivo principale per cui venga usato il ghi è proprio il punto in qui inizia a fumare. Questo indica la “purezza” del grasso utilizzato. Il ghi viene usato anche nelle cerimonie del fuoco. Il mio lettore di Hindi una volta ha raccontato che secondo lui il ghi è stato inventato proprio per questo motivo. Non so se avete presente come funzionano queste cerimonie. Nell’arena sacrificale vengono accesi dei legni e poi con mantra vari viene aggiunto del ghi (che funge da combustibile) e spesso vengono aggiunti (offerti) al fuoco dei cereali. Il problema e che qualsiasi olio venga usato farebbe fumo; mentre il ghi anche se aggiunto alla legna che arde, fa si da combustibile ma in assenza di (ulteriore) fumo. Tutte le sostanze che farebbero far fumo sono state eliminate nel processo di produzione del ghi, e queste sono le stesse sostanze che se utilizzate a lungo nell’alimentazione potrebbero causare problemi di salute.
Se fatto in modo corretto, il ghi può essere conservato a lungo senza deteriorarsi. Cosa non di poca utilità in una nazione calda come l’india. Per me il ghi dura molto di più della tempistica data da Yamuna: 6 mesi senza congelatore li dura tutti se fatto a dovere. Poi ovviamente dura di più o di meno a seconda di quanta acqua siamo riusciti a far evaporare e quanta materia grassa abbiamo eliminato. A secondo della temperatura il ghi si solidifica oppure diventa liquido. Ma non so dirvi a quanti gradi questo accada.

Oltre che in cucina, il ghi è utilizzato come medicinale ayurvedico per problemi di tipo gastrico, digestivo e di fegato. Ma come, un grasso usato come cura del fegato, o per digerire meglio? Sì!! Io non sono un medico, quindi non so spiegarvi il motivo, ma spesso sento dire che se si ha problemi digestivi non c’è niente di meglio di una cucchiaiata di ghi a fine pasto. Io non ho mai provato, ma dicono funzioni. (non provateci senza consultare un medico, mi raccomando!!). Però è indubbio che tutto quello che viene cucinato con il ghi è di più facile digestione, fritti inclusi. Fate una prova friggendo nel ghi o in un qualsiasi olio, anche EVO. Il ghi ha un sapore inimitabile e una leggerezza senza paragoni.

Come ha detto già Yamuna, l’olio di mostarda è un altro comunemente usato in India. O in Bengala come dice lei. Normalmente l’olio di mostarda viene scaldato fino al punto in cui inizia a fumare. Poi si aggiungono spezie e il resto. Questo per togliere il suo tipico sapore acre.
Ed eccoci ancora il punto di partenza… se un grasso fuma, fa bene all’organismo?

Altri oli come ad esempio quello di mandorle, di oliva, di cocco, ecc… vengono usati principalmente nei massaggi (guai dire ad un indiano che mangiamo l’olio di oliva!!! secondo tanti non è commestibile, e poi in India ha prezzi proibitivi. Ma qui siamo nell’aspetto folkloristico contemporaneo!!!).
L’olio di cocco l’ho sempre visto usare come maschera per capelli dopo lavaggio. Avete presente i bei capelli lucidi delle indiane? Sono dovuti proprio a questo olio. Per me ha un’azione anti sporco e anti-disidratazione. Ma se lo usate in Italia nella stessa quantità usata dalle indiane vi ritrovate solo con capelli unti, questo perché loro lo usano a tonnellate (=fanno una marinata di capelli nell’olio, tanto per usare un termine culinario! J)
Ci sono zone dove l’olio di cocco viene sicuramente usato anche in cucina, Yamuna dice Gujarat e Maharastra. Io lì non ci sono mai stata, ma da ricette varie che ho visto in giro, direi anche India del sud e tutta la parte dell’Indonesia-Singapore-Malasya-…

Ma alla fine come si fa il ghi? Il procedimento è molto semplice: basta solo stare attenti alla fiamma usata e non accelerare i tempi. Calma e pazienza per risultati ottimali.

Ecco il procedimento:

Tagliare a pezzetti 500g di burro fresco (non salato) e sciacquatelo sotto l’acqua finché questa risulti limpida e priva di qualsiasi traccia di proteine. (Io non ho mai sciacquato il burro sotto l’acqua…sarà…). Ponete il burro in un tegamino e fatelo sciogliere a fiamma media. Quando in superficie inizia a formarsi della schiuma, abbassate la fiamma e lasciate sobbollire senza il coperchio, schiumando di tanto in tanto (anche qui, io non schiumo mai). Il rumore che si sente durante l’ebollizione indica che l’acqua non è ancora evaporata completamente. Fate sobbollire il burro fuso finché non inizia a sfrigolare, ma non appena smette rimuovetelo immediatamente dal fuoco per evitare che bruci. Deve assumere un bel colore dorato e un profumo che ricorda quello delle noci, senza diventare marrone.
A questo punto io lo filtro in un colino rivestito di cotone, in modo che la parte grassa e bruciacchiata rimane separata.
Il tempo di cottura per 500g di burro varia in base all’intensità della fiamma da 30 a 60 minuti, per due kg possono essere necessarie più di 2 ore.

E. Schrott, La cucina dell’ayurveda, Tecniche Nuove, Milano 2000


10 novembre 2008

myspace, latticini e ayurveda


Oggi girovagando su myspace per la band di mio marito (il nuovo progetto: Karuna) mi é di nuovo venuta l´idea di creare la mia pagina. Detto e fatto.
Di vegan su myspace ce ne sono tantissimi e penso che questo sia un buon modo per stare in contatto con loro e invitarli anche alla mia raccolta di ricette natalizie.
Ecco il link

Da domani riprenderó ad occuparmi di nuovo di questo blog. Si parlerá di panir e ghi, quindi di latticini e protezione della mucca secondo la cultura indiana.

Mi arrivano sempre piú email con domande concernenti i latticini, perché li uso nonostante sono principalmente vegan e perché l´ayurveda usa come grasso principale il ghi, a base di burro e non oli vegetali...

Domande interessanti, vero?

Poi almeno una ricetta, dedicata a mammafelice, su come usare il panir, sia di soya che di latte di mucca.

A presto e buona notte,

con affetto
vila

06 novembre 2008

Natale vegan 2008


'Create

Ciao cari amici!

ho pensato a un concorso-raccolta di ricette per le festivitá del periodo natalizio. Per questo ho creato un nuovo sito

Natale vegan 2008: ricette e consigli senza crudeltá


Ogni anno migliaia di animali fanno parte dei pranzi e cene dei giorni di festa. Proprio in quei giorni dove secondo la tradizione pace e amore dovrebbe regnare nelle nostre case, ma ahimé non in tutti i piatti!!

Cucinare senza dar sofferenza ad altri non vuol dire rinunciare al gusto e all´arte culinaria, anzi... é per questo che ho pensato ad un nuovo blog per raccogliere le vostre idee e consigli Vegan. E la cucina Vegan é un mondo senza confini!!!

Spero che questa raccolta di ricette possa essere di aiuto e consiglio a molte persone, sia a vegan che a vegetariani sia a chi mangia la carne.
Tutti ne potete far parte perché l´amore penso sia senza limiti e se ognuno di noi salva almeno una vita animale, tutti insieme ne avremmo salvate a migliaia. Solo in questo modo si puó iniziare a far diminuire questo circolo vizioso di crudeltá e sangue.

Non c´é un limite di tempo per spedirmi la tua ricetta (forse 25.12? che ne dite) e alla fine non ci sará un vincitore. Questo perché secondo me i vincitori veri di questa raccolta é ogni singolo animale che non verrá mangiato. E la vita é il regalo piú grande che si possa dare. Anche agli animali.

Volete postare una ricetta? E´facilissimo: basta mandare un´email a natalevegan2008@gmail.com meglio se con foto. Se avete un sito o un blog potete segnalarlo e mettere il nostro banner:

'Create
Copy this code to your website to display this banner!


Allora vi aspetto in numerosi!!

Con affetto,
vila

04 novembre 2008

Cucina fusion: Germania (liebe) India



Eccomi di nuovo ai fornelli del mio blog. Tanto che non scrivo... eh sì amici miei, è già passato più di un mese dall'ultimo post.
Di cose ne sono successe tante, tra cui anche una settimana meravigliosa in Sicilia con la mia nonnina. Il tempo era bello e siamo riusciti a fare anche due bagni!! Gli unici due di tutta l'estate... hmm... autunno!!

Ma anche se non ho scritto ho continuato a leggervi, e i vostri commenti soprattutto per la dipartita di papà mi hanno fatto compagnia e dato molto coraggio. Gente mai vista, amici solo di tastiera, ma così gentili e carini, ma soprattutto amorevoli! Grazie, grazie di nuovo e di tutto cuore...

Prima che torno a commuovermi (le lacrime ultimamente non mi mancano...), arriviamo alla ricetta del giorno.
E' una ricetta cucinata in due. Ieri sera con mio marito siamo tornati a casa e affamati come due lupi ci siamo messi al fornelli e... cosa cuciniamo???
Il giorno prima avevamo ospiti a casa, e mentre ero intenta a preparare la cenetta (crespelle, pomodori al forno, cavolini di bruxelles, patate all'indiana e un tira-zuppa-ingl-alle-pesche) cosa succede??? Termina la bombola del gas. E io a mio marito: "schatzi, è finito il gas. Vieni a mettere la bombola piena?" e lui: "bombola piena?? oooppssss... mi sono dimenticata di comprarla!!" e io: "ma se sono almeno 3-4 mesi che ce l'hai in macchina" e lui: "sì sì ma non ho mai avuto tempo di passare a comprarla. Però ieri sera (sabato) mi è venuto il dubbio che in qualsiasi momento potrebbe finire" e io: "allora perchè non sei andato a comprarla?" e lui: "erano le 23!"

Dopo questa bella scenetta, ci siamo ricordati che i negozi sono aperti!! yuppi!!! prima domenica di apertura straordinaria pre-natalizia. Ma.... niente bombole in tutta la citttà! :(
E così ho dovuto impacchettare tutto e andare a cucinare dai nostri amici a 5 min di strada, senonchè...

Arrivano tutti. La mia amica non la smette di chiacchierare, e quando si decide il fratello la chiama per riportarle la macchina. E così portiamo tutto in macchina, accompagnamo il fratello a casa. La mamma si ricorda che ha l'aspirapolvere rotta e la vuole far riparare dal fidanzato della mia amica, e così aspettiamo che vada a prendere l'aspirapolvere in cantina e che la porti in macchina. E ora cosa c'è che non va? Si è dimenticata le chiavi di casa a casa mia. Torniamo a casa, prendiamo le chiavi e andiamo a casa sua a finire di cucinare....
Nel frattempo abbiamo perso 45 min, e in 30 min ho finito tutto in fretta e furia...
Ma naturalmente non sono riuscita a cucinare tutto!! le porzioni erano decisamente piccole, anche perchè la cena era basata sulle crespelle, ma dopo la 15a il gas ha "espirato"! E in 30 min non potevo mai e poi mai finirle...

Però non tutto il male viene per nuocere... la cenetta era buona e avevamo praticamente pronta la cena per il giorno dopo!!

Quindi torniamo da dove eravamo partiti. Lunedì sera, dopo una giornata massacrante al lavoro, h. 20.30 e affamati come due lupi.

Cosa si prepara?

Pfannkuchen (stile dosa) al kümmel con Rosenkohl (cavoletti di B.) e patate
dove spezie e sapori tedeschi incontrano i metodi di cottura indiani

1. pastella del giorno prima. Mio marito: "Sarà ancora buona?" e io: "perchè no? in india i dosa li fanno fermentare almeno un giorno prima di cucinarli, e se con il caldo che fa lì non vanno a male, perchè la nostra pastella al freddo della Germania dovrebbe essere andata a male?"
E lui: "allora aggiungiamo delle spezie, ma voglio anche il kümmel"
io: "ok" e lui: "queste allora le cucino io nella padella grande"

=> ricetta a occhio per crespelle (o crepes, o pfannkuchen) vegan (senza uova o altro!!!):

200 g di farina (bianca, integrale, di saraceno, ceci o castagne. Oppure un misto di farine a vostra scelta. questa volta io le ho fatte bianche), un po' di sale e fare una pastella aggiungendo all'incirca 400-500 di acqua minerale frizzante. Miraccomando che sia frizzante per ottenere risultati migliori.

metodo di cottura 1: Vila
scaldare una padella antiaderente, e quando calda aggiungere pochissimo olio di girasole. Poi cucinare le crespelle come quelle normali, ovvero aggiungendo poca pastella quanto basta per coprire il fondo della padella. Quando è quasi tutta asciutta, girare e cucinare dall'altro lato.

Poi mettere su un piattino e coprire con una terrina o una scodella in modo che tenga all'interno il calore e l'umidità. Poi le altre crespelle finite vanno sempre messe (impilate) sotto la scodella.

Però mio marito le cucina in modo leggermente e quindi:
metodo di cottura 2: Vila's husband

Scaldare la padella anti aderente, quando calda pennellare con olio di girasole. Mettere la quantità di pastella desiderata, a secondo che vogliate le crèpes fini fini o un po' più spesse (vila le fa sempre fini fini fini) e coprite con un coperchio.
Ora state attentissimi: quando la prima goccia di vapore dal coperchio cade sul fondo della padella sfrigolando è ora di girare la crèpe. Rigiratela e fatela cuocere dall'altro lato senza coperchio.

Come detto prima era avanzata la pastella, e abbiamo aggiunto del pepe nero in polvere. Poi una volta messa la pastella nella padella abbiamo aggiunto alcuni semi di
kümmel, a seconda del vostro gusto.


2. Nel frattempo le pfannkuchen cucinavano, io ho pensato alle verdure.
Ho tolto le foglie esterne e inciso a croce la base dei cavolini di bruxelles, che qui in Germania chiamano Rosenkohl oppure Bruxelles sprossen oppure Sprossenkohl. Bellissimo il nome Rosenkohl, il cavolo a rosa... Da quando l'ho scoperto mi piacciono ancora di più!!!
Dopo averli lavati li ho bolliti per una diecina di minuti in acqua abbondantemente salata. Da queste parti dicono che più sale si mette nell'acqua, più buoni diventano!! ma attenti a non bollirli in salamoia!! :))
All'acqua ho aggiunto del cumino in polvere e dell'asafetida oltre per il sapore anche per far sì che dopo averli mangiati non creino flautulenza, gonfiori di pancia e per renderli più facilmente digeribili(questo lo faccio con tutti i tipi di cavoli).

Poi ho sbucciato le patate a metà cottura e le ho tagliate a fettine di circa 3-5 mm.

In una padella ho scaldato dell'olio di girasole e ho messo a soffriggere delle foglie di alloro. Quando erano belle soffritte, ho aggiunto
della curcuma (buona in questo periodo come antinfluenzale) e dell'asafetida; successivamente le verdure, sale del cumino in polvere. Ho fatto rosolare per 5-10 minuti.

La cena è servita!!!




28 settembre 2008

panir di soya


oggi ho provato a fare il panir di soya in casa. Così semplice che neanche mi immaginavo!!!
L'idea l'ho tratta dalla ricotta di soya di Vera.

Ieri sera ho messo a bagno della soya.
Stamattina l'ho frullata nel "bicchiere" del frullatore, aggiungendo gradualmente acqua bollente. Ho messo il tutto in una pentola. A questo punto il procedimento è come quello del panir: non appena sale il bollore (cioè che la schiuma sta per straboccare) si aggiunge del succo di limone. Mescolare un paio di volte e lasciar riposare circa cinque minuti. L'ho scolato nel colino ricoperto con un telo da formaggio e ho messo sopra una pentola piena di acqua come pressa.

Fine.


Semplice, vero? Ho provato sia filtrando il frullato di soya sia lasciando con l' "okara" dentro. Ottimo risultato in entrambi i casi e quindi poi ho cagliato senza filtrare.

Ho provato a fare anche il panir di latte di avena: non caglia!!! Anche se lo mescolo a quello di soya impedisce alla soya di cagliare.

Morale della favola, con due tazzine da te, una di avena e una di soya mi sono ritrovata con quantità industriale di avena, "okara" di avena per far polpette e panir di soya. Ottimo, no??

Ciao a tutti,
Saluti affettuosi

25 settembre 2008

Onu: "Mangiare meno carne per salvare l'ambiente"




a cura di AltrAgricoltura Nord est
---------------------------------------
tratto da http://www.progettogaia.it - 22/09/2008

L'appello di Pachauri, presidente dell'Ipcc, premio Nobel per la pace 2007
con Gore
"Rinunciare alla fettina almeno una volta alla settimana avrebbe un impatto
notevole"

Onu: "Mangiare meno carne per salvare l'ambiente".
LONDRA - Rinunciare a fettina o bistecca una volta alla settimana per
salvare l'ambiente. Perché facendo sparire da tavola la carne almeno un
giorno ogni sette si combatte il surriscaldamento globale. L'appello è
rilanciato dall'Onu per bocca di Rajendra Pachauri, economista indiano,
vegetariano, e una delle voci più autorevoli in materia di clima: presidente
dell'Ipcc, il panel intergovernativo sui mutamenti climati delle Nazioni
Unite, lo scorso anno ha ricevuto insieme ad Al Gore il premio Nobel per la
pace.

L'impatto di quella che appare come una modesta rinuncia sarebbe notevole,
più di quello che i non addetti ai lavori possono pensare: l'allevamento di
bestiame, infatti, è responsabile del 18% delle emissioni complessive di gas
serra, molto più del settore trasporti cui è attribuito il 13%. E, se per
molte persone rinunciare all'auto può diventare molto problematico,
scegliere insalata, frutta e verdura almeno una volta ogni sette giorni è
decisam ente più fattibile.

E anche più conveniente per l'ambiente. I numeri parlano chiaro: la
produzione di un chilogrammo di carne causa emissioni equivalenti a 36,4 kg
di anidride carbonica. L'allevamento e il trasporto di animali inoltre
richiede, per ogni chilo di carne, la stessa energia necessaria per
mantenere accesa una lampadina da 100 watt per quasi tre settimane. E il
bestiame è una fonte diretta di metano, 23 volte piu dannoso dell'anidride
carbonica, prodotto naturalmente dai processi digestivi degli animali da
allevamento.

Pachauri, che aveva già lanciato l'allarme all'inizio dell'anno a Parigi, ne
parlerà domani a Londra nel corso della annual lecture della 'Compassion in
World Farming', un'associazione animalista britannica che ha chiesto al
governo di impegnarsi per ridurre il consumo di carne del 60 per cento entro
il 2020. Se l'industria della carne denuncia di essere ingiustamente nel
mirino, la causa promossa dall'Onu ha già testimonial famosi, come sir Paul
McCartney. E acquista una urgenza particolare, alla luce delle stime della
Fao: secondo l'agenzia Onu per il cibo e l'agricoltura, il consumo di carne
è destinato a raddoppiare nel 2050.

22 settembre 2008

è andato via...



... il mio angioletto se n'è andato.

Let a father be remembered...
... by the love he has for his children

Let a husband be remembered...
... by the love he has for his wife

Let a son be remembered...
... by the love he has for his mother

Let him not be remembered by the times he fell...
... but by the times he rose

Let him not be remembered by the times he was harsh...
... but by his beautiful smile...
... for his courage in the face of obstacles...
... for the love he never withheld...
... and the beautiful soul that always was his.

Miss you...

15 settembre 2008

simil pannelle indianeggianti...


... ovvero la rivincita della pastella...

no, non è il titolo di un film. Oggi ho fatto i jalapenos farciti. La ricetta seguirà quando riuscirò a scaricare le foto dalla macchina.

Ma come al solito mi avanza la pastella... ma cosa fare?? Di solito faccio frittelle, ma il post di Vera sulle pannelle me ne ha fatto venire una voglia matta.

Anche io ne avevo già parlato. Con papà palermitano, le pannelle sono il mio street-food preferito!!! Sempre con una spruzzata di limone sopra.

Questa volta sono indianeggianti per la presenza di curcuma e sono delle frittelle semplici, tipo i sada pakora indiani, ovvero quelli fatti di sola pastella.

Ecco la ricetta:

Fare una pastella con farina di ceci e acqua frizzante. Io l'ho fatta un po' liquida e poi l'ho "raddensata" aggiungendo del pane grattuggiato. In questo modo è più rustica, ma si può benissimo fare con sola farina di ceci o con un misto di farina di ceci e bianca.
Condire con curcuma e paprika dolce e salare con del sale nero. Aggiungere semi di finocchio e prezzemolo.
Friggere a cucchiaiate in olio caldo.

Servire con spicchi di limone da spremere secondo gusto.



Del sale nero ne ho già parlato qui. Oggi invece vorrei parlarvi dei semi di finocchio. Non sono una dotta, quindi vi faccio un po' di copia e incolla:

Si usano per la preparazione di zuppe, verdure, pane e formaggi, ma anche per tisane e bibite fredde. Dal punto di vista terapeutico, sono efficaci contro le fermentazioni intestinali, hanno proprietà digestive e diuretiche, sono indicati contro i dolori di stomaco, l'indigestione, l'aereofagia, l'alitosi, la mancanza di appetito, la nausea, la stitichezza, la diarrea e i parassiti intestinali. Inoltre combattono i sintomi dell'influenza, l'asma e la cistite, aiutano l'avvio delle mestruazioni e la produzione di latte. Per applicazione esterna, l'infuso di finocchio calma le irritazioni degli occhi e disinfetta.

I semi di finocchio sono una spezia utile in caso di difficoltà digestive (sonnolenza post-prandiale, pesantezza epigastrica), aerofagia, fermentazioni intestinali e vomito gravidico; alcune ricerche affermano che i semi di finocchio, assunti nel periodo dell'allattamento, sarebbero in grado di rendere il latte più gradevole ai neonati. Secondo altre fonti, invece, avrebbe un effetto galattogogo, ossia favorirebbero la produzione di latte materno nel periodo dell'allattamento.

CONSIGLIATO
A chi vuole stimolare l'appetito, favorire la digestione e bloccare i processi fermentativi intestinali; a chi vuole calmare i dolori addominali, frenare il vomito e placare il singhiozzo; alle mamme in allattamento che vogliono aumentare la montata lattea e rendere più gradevole il sapore del loro latte.


14 settembre 2008

Pasta con le cime di rapa ... vila-style!!!



Anche se sono senza macchina fotografica, non voglio mancare di postare qualche ricettina preparata in questi giorni a casa dei miei.
Come vi avevo già detto, papà non sta molto bene. E così si alternano giorni da menu "ospedaliero" a giornate un po' più "elaborate" dove zuppe e minestre lasciano il posto alla pastasciutta.

Ieri sera sono arrivati gli zii e così un bel piatto di pasta per tutti!!

Dal fruttivendolo avevo trovato delle bellissime cime di rapa fresche fresche e a buon prezzo: 1€ al Kg. In Germania questi prezzi ce li scordiamo e così ho fatto scorta e ne ho comprato un bel chiletto abbondante. Per fortuna che quando si tratta di foglie verdi ne compro sempre in abbondanza, così se siamo solo noi diventa cime di rapa alla pasta e se arrivano ospiti inattesi diventa la classica pasta pugliese, ma cotta alla vila-style.

E qual è il mio stile?? Non buttare via niente. E voi direte che lo sapete già, è la regola numero uno della tua cucina, mi direte. E avete pienamente ragione. In questo caso quello che non si butta via è l'acqua di cottura ricca di minerali (vedi la nota a fine ricetta).
Classicamente le cime di rapa vengono bollite in abbondante acqua. Quando sono al dente si butta dentro la pasta, poi si scola il tutto e si condisce con olio crudo. Questa è la ricetta "classica" di mia zia la pugliese.
Ma questo per me è spreco: io taglio a strscioline le foglie, le faccio rosolare con dell'olio evo caldo e peperoncino rosso, e poi le cucino con poca acqua e sale, e se necessario ne aggiungo altra durante la cottura. Così tutto rimane dentro. O almeno quello che non si rovina durante la cottura.

A volte per rendere più "fluido" il sugo aggiungo della salsa di pomodoro così fa una bella cremina. Ma non sempre.

E la pasta? Se possibile orecchiette fresche!! Se no la scorsa sera ho usato dei tortiglioni integrali, oppure penne o fusilli o qualunque pasta avete in casa. Se integrale e bio, meglio.

Ma con mio marito le facciamo spessissimo con i gnocchi di patate. Molto, ma molto buoni!!!

Su lifegate ho scoperto che le cime sono ricchissime di proprietà nutritive. Lo sapevate che hanno il doppio di vitamina C delle arance bionde? Contengono inoltre molto calcio, vitamina A, vitamina B2 e fosforo. Sono ricchissime di antianemica clorofilla, stimolano l'appetito e disintossicano l'organismo. Sono consigliate alle donne in gravidanza perchè contengono molto folato utile per prevenire la spina bifida nel bambino.

Inoltre, come tutte le verdure a foglia verde sono ricchissime di proteine. Spesso a mio marito chiedono dove prende le proteine visto che è vegetariano, mangia raramente dei latticini e ancora più raramente i legumi. E lui risponde sempre: dalle foglie verdi!!!
Dovete immaginare che le cime di rapa ne contengono talmente tante da essere un ottimo sostituto della carne, tanto che i nostri nonni le utilizzavano come tale.

Non che io sia una sfegatata fan della "green revolution" (vedi il libro sugli scaffali del mio blog), ma sono stra convinta che le foglie verdi sono alla base nutrizionale di tutti gli animali, esseri umani compresi.
In natura sono infatti il cibo più accessibile e sempre disponibile. E gli animali, soprattutto mammiferi ne fanno gran uso. Basta vedere gatti e cani, per non parlare di mucche, cavalli, pecore, capre ecc... che non passa giorno che le usano sia a scopo medicinale che nutritivo.

Bon, dai, ho parlato abbastanza. Oggi voglio dedicare questa semplice ma importante pasta (ve l'ho detto che è la mia preferita?) a Francesca-Verdesperanza conosciuta su un forum che mi ha mandato un messaggio, dicendo che visitando il mio blog le è venuta voglia di incollarsi alla porta della mia cucina.

Sono contenta che il mio blog ti sia piaciuto, cara Francesca, e in un momento così triste della mia vita mi fa piacere che c'è qualcuno che passa a trovarmi nella mia cucina virtuale dove i dispiaceri se ne vanno per lasciar posto a passioni e spensieratezza.

Un saluto affettuoso a tutti voi
e buona domenica!!

Vila

08 settembre 2008

Profiteroles vegan & blog in inglese



Un altro sito vegano da segnalare: Urban Vegan. Da tempo lo leggo in quanto ho trovato una delle ricette più "impossibili" da rendere vegani: i profiteroles.
Non ci credete? Eppure è così!! Li ho finalmente trovati senza sostituti industriali per uova e con semplici ingredienti che tutti noi abbiamo in casa.

La ricetta però non è sua. E' di Eden in the Kitchen. Anche la combinazione mi è piaciuta molto, il ripieno alle mandorle e copertura di caffè e cioccolato. Il che per una combinazione più ayurvedica sostituirei il caffè con quello di cereali e il cioccolato con la carrubba, anche se io personalmente preferisco il cacao!!! ;)

La ricetta è arrivata seconda al concorso Vegans gone wild!! però io gli avrei dato il primo! :))

Cmq presto li proverò. Ieri avevo persino bollito le patate per farli, ma tornata a casa la nonna aveva già pensato a rosolarle :(
Spero oggi pomeriggio di trovare un po' di tempo... tanto che cercavo la ricetta dimenticata sul computer di mamma, e ora finalmente posso provarla!!

Vi farò sapere come è andato l'esperimento.

A presto amici miei,

con affetto

*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*

Aggiornamento:

Provati: disastro assoluto!! L'aspetto era quello, ma dentro sembravano crocchette di patate!!!
Però non mi demoralizzo: prima o poi verranno... tentativo dopo tentativo...
Come si fa a fare una ricetta in tazze e cucchiai? Un cucchiaio di patate?? raso, colmo, medio... boh?!
Però a crudo l'impasto era molto bello. Sono sicura che modificando la ricetta prima o poi verrà... vedremo....

06 settembre 2008

polpette di miglio ai peperoni





Eccomi tornata di nuovo in Italia. Ma questa volta non per ferie.
Papà è molto malato e così finchè non si riprende sono qua. Anche il computer fa storie... non so come mia mamma sia riuscita ad infettarlo così tanto con spy e trojan. e così si apre quando vuole. Spero di averlo stabilizzato un po'.

Sono partita di fretta dalla Germania, e così ho portato con me la macchina fotografica piena di ricette e di foto varie, ma non il carica batterie e il cavo usb. Spero di trovare un modo di ovviare alla dimenticanza, spero di trovare un cavo che vada bene qui a casa, ma ne dubito.

Oggi vi proporrei delle polpette di miglio che ho fatto giorni fa.
Devo ancora ritrovare il foglietto della ricetta. Una volta tanto avevo scritto le dosi.

Per ora solo foto e ricetta molto sommaria. Spero un giorno di poter aggiornare con le dosi esatte.




Cucinare il miglio: rosolare il miglio con dell'olio di oliva o di girasole e poi cucinare con dell'acqua pari al doppio del volume del miglio a crudo. (per es. un bicchiere di miglio e due di acqua). Salare leggermente, coprire la pentola con un coperchio e far cuocere a fuoco moderato finchè l'acqua sarà assorbita. Far raffreddare.

Nel frattempo che il miglio si cucina, fare un trito di sedano fresco, olive, capperi, pomodori secchi, un pezzettino di alga (pomodori secchi+alghe = buon sostituto delle acciughe!!!) una manciata di basilico, dell'origano e peperoncino. Aggiungere al miglio raffreddato.







Fare le polpette. Eventualmente aggiungere della farina o del pane grattuggiato.




Tagliare dei peperoni gialli a cubetti. Rosolarli in padella con olio evo, sale e pepe finchè al dente.

Scaldare l'olio in una padella e fare rosolare leggermente le polpette da entrambi i lati.




In una terrina mettere uno strato di peperoni. Adagiare sopra le polpette e coprire con pochi peperoni.

Infornare per 10-15 minuti.

27 agosto 2008

Pasta con zucchine, fiori e zafferano + bau bau




Avete presente le zucchine piccole con il fiore di zucca attaccato? Ottime, vero?? Con queste vi ho preparato una pasta veloce veloce, che si fa mentre la pasta si cuoce.

Di solito con questo tipo di zucchine preparo la "ceciata", che dal dizionar-culinario di Vila significa "frittata senza uova a base di farina di ceci"oppure il risotto.
Questa volta invece, non avendo tempo di preparare entrambi sono finite insieme alle "pipe rigate". Ecco la ricetta:



Innanzitutto mettete sul fuoco l´acqua per la pasta.
Mondare, lavare e tagliare le zucchine e i fiori.
Scaldare l´olio in una padella. Quando caldo aggiungere del pepe nero macinato e la verdura, e lasciar rosolare un paio di minuti. Salare. Se durante la cottura necessita, aggiungere un po´di acqua.
Quando bolle, versare e cucinare la pasta al dente. Scolare.
Alle zucchine (al dente?) aggiungere lo zafferano e della panna di soia. Lasciar insaporire un paio di minuti. Aggiungere la pasta e soffriggere ancora per un paio di minuti. Pronto.

Vi presento Shyam: un cagnolino tutto nero e tutta simpatia. Una sua particolaritá? Preferisce la carota cruda all´osso e riso e verdure alla "scatoletta"... e cosí fu regalato a mia mamma perché un cane "vegetariano" puó essere difficile da crescere!!!

Presto scriveró un post su di lui. Ecco la foto:





E con la sua amata carotina:

26 agosto 2008

vegan waffeln a colazione (alle rose e cannella) e cielo



Pensavo fossero difficili da fare, invece sono semplicissime!! Basta munirsi di una piastra per waffeln, di pochi semplici ingredienti e il dolce é pronto!!

Mescolare 200g di farina con 50ml di olio di girasole e 30-40g di zucchero. Aromatizzare a piacere. Io ho usato cannella e un cucchiaio abbondante di acqua di rose. Mescolare bene e aggiungere acqua frizzante quanto basta per avere una pastella tipo per fare le crepe.
Cucinare sulla piastra calda: versare la pastella sulla piastra, iniziando dal centro andando verso i bordi. Aspettare che faccia delle bollicine e chiudere la piastra. Per quanto cucinare? dipende dalla temperatura che avete scelto secondo la consistenza che volete ottenere

Tradizionalmente in Germania viene servito con gelato alla vaniglia e ciliegie calde.

E´un dolce versatile e dalla consistenza variabile: c´é chi le prepara morbide e chi le preferisce croccanti.


Un´altra variante vegana di questo dolce lo potete trovare qui. Lei le ha preparate e servite con mirtilli e glassa al limone. Ecco la sua foto



Ecco delle foto del cielo di Düsseldorf:

25 agosto 2008

colazione necessaria per dimagrire


Allora la mamma ha ragione che la colazione é il pasto piú importante della giornata! come si dice... colazione da re, pranzo da borghesi e cena da villani.

Saltare i pasti si sa é dannoso per la salute. Se proprio si vuole limitare-alleggerire-saltarne uno, allora il migliore é la cena: dopo si dorme e il corpo non necessita di molta energia.

ecco l´articolo:

DUE STUDI CONFERMANO L'IMPORTANZA DEL PRIMO PASTO DELLA GIORNATA

Colazione: «necessaria» per dimagrire

E gli scolari maschi ne soffrono la mancanza più delle femmine



Per una dieta sana, persino se dimagrante, è fondamentale iniziare «bene» la giornata, con una adeguata colazione. A ribadirlo è un nuovo studio sugli effetti a lungo termine del primo pasto persino nelle diete per perdere peso, presentato nel corso della 90esima riunione annuale della Endocrine Society, di San Francisco. La ricerca è stata condotta da studiosi della Virginia Commonwealth University di Richmond, negli Stati Uniti, che hanno analizzato 94 donne obese, di circa 30 anni, prevalentemente sedentarie, suddivise in due gruppi. Il primo era composto da 46 donne cui è stata assegnata una dieta da 1.085 calorie, con una colazione da leggera a basso contenuto di carboidrati. Il secondo gruppo era formato da 48 donne che, invece, hanno seguito una dieta da 1.240 calorie che comprendeva una ricca colazione contenente, tra l'altro latte, e altri cibi meno poveri di carboidrati. Entrambi i gruppi hanno seguito la dieta per quattro mesi e sono stati controllati poi per altri quattro. Alla fine del primo periodo le signore «a colazione povera» hanno mostrato una perdita di peso leggermente superiore a quelle del secondo gruppo, ma durante i successivi quattro mesi hanno hanno riacquistato buona parte del peso perduto, mentre le altre hanno continuato a dimagrire. Non solo: facendo un'abbondante prima colazione le donne « a ricca colazione» hanno perso alla fine più del 21 % del loro peso corporeo contro il 4,5 % di quelle a «colazione povera». «Chi segue una dieta con una ricca colazione - hanno detto gli autori dello studio - ha meno fame prima di pranzo e durante tutta la giornata», aggiungendo che, in tal modo, viene anche meno la voglia di zuccheri».

GLI STUDENTI MASCHI NE HANNO PIÙ BISOGNO - L'opportunità di una buona colazione è ribadita anche da un'altra ricerca, questa volta tedesca, e mirata a valutarne l'impatto sul rendimento scolastico L'indagine, pubblicata sulla rivista «Pediatrics», conferma che saltare il primo pasto del giorno rende gli studenti meno brillanti a scuola, ma puntualizza anche una curiosa differenza: l'effetto della colazione, infatti, si farebbe sentire di più sui maschi che sulle femmine.
A indicarlo è l'esperimento, condotto presso la Ulm University (Germania) su un campione di 104 studenti tra i 13 e i 20 anni: i maschi «a stomaco vuoto» hanno un calo di memoria visiva maggiore delle proprie colleghe, e hanno un «calo dell'umore» più deciso . Basta però far metter loro sotto i denti qualcosa e le differenze si annullano rapidamente. Per arrivare a questa conclusione i ricercatori si sono serviti di test cognitivi e a questionari sull'umore.


anche questo da Corriere salute

Cibi sani, i sette miti sfatati dall'Ue (e uno confermato)


articolo tratto da corriere.it alla rubrica "salute e nutrizione".


Gli slogan L'agenzia per la sicurezza alimentare

Cibi sani, i sette miti sfatati dall'Ue


Sotto accusa marchi e slogan promozionali: ogni promessa che riguarda la salute deve essere mantenuta

MILANO — Lo yogurt o il latte o il formaggio che promette di fare crescere ragazzetti robusti e senza carie. La merenda a base di frutta e fermenti con lactobacilli che si impegna a regalare loro un sistema immunitario a prova di bomba. E ancora: le pastigliette ai semi di lino e soia che si propongono come le migliori alleate delle donne contro l'osteoporosi. Quindi quelle a base di fichi d'India che si attribuiscono poteri anticolesterolo. Bufale. È così in quasi il 90% dei casi. A dirlo è l'Autorità europea sulla sicurezza alimentare (Efsa) che, dopo aver ricevuto mandato dalla Ue di valutare il nesso diretto tra slogan salutistici e reali proprietà benefiche di alcuni prodotti alimentari, ha reso noti i risultati dei primi esami effettuati: 7 messaggi su 8 non hanno superato la prova. La motivazione: non mantengono quello che promettono. O almeno, non c'è studio scientifico che lo dimostri. Una microfotografia, sostengono le associazioni dei consumatori, dall'Aduc ad Altroconsumo, estendibile su larga scala anche ai prodotti italiani. «Non sono le singole aziende a essere state bocciate, ma gli ingredienti sbandierati come miracolosi sulle confezioni di prodotti in vendita in Europa». Come dire: «Così come succede per le sentenze, queste "pagelle" faranno scuola».

LE REGOLE - Il regolamento comunitario (1924/2006) sui claim nutrizionali e salutistici parla chiaro: ogni promessa lanciata attraverso etichette o slogan promozionali deve essere mantenuta. Regola che vale anche per i marchi. Le aziende, a seconda del prodotto che pubblicizzano, hanno tempo fino al 2010/2015 per mettersi a norma. Finestra giudicata eccessiva da consumatori ed esperti. A quelli dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare è stato affidato il compito di verificare ogni «promessa»: 220 gli slogan di prodotti alimentari per i quali è stato richiesto un parere da parte di aziende private (ma anche di multinazionali o consorzi di produttori); 2.500 le sollecitazioni d'ogni tipo presentate all'Efsa dalla commissione europea. Degli otto slogan presi in esame (britannici, tedeschi, francesi e irlandesi) cinque assicurano benefici per lo sviluppo e la salute dei più piccoli e tre una riduzione del rischio di malattie degli adulti. Tutte bocciate le «children promesse».

MA GLI YOGURT ANTICOLESTEROLO FUNZIONANO - Tra le «senior», l'unica ad aver ottenuto il via libera dell'Efsa è stata quella che attribuisce agli steroli vegetali benefici per il cuore: riducono il colesterolo cattivo, dicono ben 41 studi clinici elencati dagli scienziati. Basta un giro tra gli scaffali dei supermercati: le promesse multicolori fanno bella mostra di sé sulle confezioni di yogurt e snack non si contano. «Aiuta a ridurre il colesterolo in modo naturale», «aiuta a mantenere il colesterolo basso» assicurano i prodotti promossi a base di steroli vegetali. Ma poi ecco altri messaggi che presto saranno sottoposti all'esame del Panel dell'Efsa competente su prodotti dietetici, nutrizione e allergie (Nda): «Buono per crescere», promette il latte alla «buona» frutta per bambini. E ancora: «Rinforza le tue difese naturali», «nutre la tua pelle dall'interno», «per favorire una azione antiossidante», «per favorire il senso di sazietà», «Q10, la bontà antietà». Le «pagelle» dell'Efsa saranno inviate alla Commissione europea e agli Stati membri. Toccherà a loro trasformare le raccomandazioni in regolamenti. Per questo l'Aduc ha chiesto un intervento al dipartimento Sanità del ministero del Welfare. La senatrice Donatella Poretti ha preannunciato un'interrogazione parlamentare. Altroconsumo plaude. «Certo, al ritmo di otto prodotti alla volta, non si va molto lontano» dice Franca Braga, supervisore indagini alimentari dell'associazione. Che poi aggiunge: «Queste prime "pagelle", però, sono un importante indicatore scientifico che segna la strada non solo per le aziende prese in esame ma per l'intero settore».

In diretta dalla cucina: patatine e ketchup casalingo


Ecco uno dei nostri piatti preferiti in ufficio: Patatine ed insalata.
Compriamo le patate surgelate da cuocere in forno (quelle all´olio di girasole, non oli strani). E tra un dipendente e una telefonata le patate si cuociono da sole in forno. Profumando l´ufficio. Tanto siamo in un condominio, e tutte le signore stanno cucinando.

Oggi accompagnamo le patatine con il ketchup casalingo: semplice e veloce da preparare.

Sciogliere del concentrato di pomodoro con dell´acqua e portare a bollore (o cucinare per raddensare) insieme a dell´aceto di mele, sale, pepe e zucchero di canna integrale.

Per la versione al curry, che inpazza da queste parti, aggiungo della paprika in polvere e del curry senza aglio e cipolla per rimanere in tema ayurvedico.

Non aggiungo olio al ketchup in quanto le patatine sono abbastanza grasse!

Poi aggiungendo abbondante insalata, il pranzo é servito!!!

Consiglio: se preparate voi le patatine a partire da patate fresche, vi giro il consiglio di un mio amico inglese. Tagliate ed eventualmente sbucciate le patate se non sono bio. Prima di friggerle, lasciatele a bagno in acqua. Il tempo puó variare da 20 minuti mezz´ora fino anche a diverse ore. In questo modo risultano piú saporite. Ah, non dimenticate di asciugarle bene su un strofinaccio prima di metterle nell´olio, altrimenti ci saranno schizzi tipo i fuochi di san silvestro!!!

Ciaaaaaaaooooooooooo!!!!

Grano saraceno e zucca




Il periodo delle zucche é finalmente iniziato. E vila, la sterminatrice di zucche ha iniziato il suo lavoro. Non dicono che noi vegetariani o vegani siamo piú sanguinari e cruenti di un macellaio?? E allora non usiamo la povera zucca, ma sterminiamola!! infatti a casa mia una zucca intera dura si e no 5 minuti sul tavolo...

Scherzi a parte, nella mia settimana in italia abbiamo trovato delle zucche buonissime, non bio, ma provenienti da coltivazioni a lotta integrata (e anche qui non allontaniamo i cattivi o li spruzziamo, ma ci lottiamo contro... che cattivi!!) e maturate sulla pianta. Il tutto per 1 euro al kilo. Non male, vero?

Alla sera la mamma preparava la zucca al forno con sale pepe olio e dei rametti di rosmarino, coperta con l´alluminio. In questo modo si mangiava sia la polpa che la buccia (la mia preferita!!)
E sí, qui vi devo spiegare che a me della zucca piace principalmente la parte attaccata alla buccia, e quindi preferisco quelle qualitá dove si puó mangiarla.
Qui in germania trovo la hokaido, che si usa tutta. Ovvero questa:


Mentre in Italia, preferisco quella verde comunissima nei negozi bergamaschi ma che non riesco a trovare foto su internet :(
Potevo fotografarla, ma sapete, quando si sta sterminando, non si pensa a fotografare...

Ma perché sto parlando quasi da film horror? Ho letto un articolo su veg* veementi. Non lo linko perché non voglio dare importanza a chi l´ha scritto, ma mi sono voluta divertire con "un guizzo negli occhi" mentre stiamo per afferrare un vegetale.. come dice quel signore...
visto che ogni volta che devo tagliare la zucca mi devo munire di coltellaccio, ecco che anche noi veg* diventiamo sciabolatori sanguinari!!! (esce o non esce dalla zucca quel liquidino rosso-arancione??) hehehehe!!!



Ma ecco la ricetta...
Vi avviso che non c´é la foto finale. Vi avevo giá avvertito: ci siamo ricordati di fotografarlo dopo che l´avevamo finita tutta. E quindi tocca alla vostra immaginazione. Alla fine il risultato (e la preparazione é molto simile ad un risotto alla zucca.



Quindi: tagliare la zucca a cubetti. Soffriggerla con olio di girasole (giá caldo) e un pizzico di pepe nero. Successivamente salare. Aggiungere il grano saraceno e una quantitá di acqua bollente leggermente superiore al doppio del volume del grano saraceno usato. Eventualmente, per essere sicuri, aggiungere il doppio e poi se il grano non é ancora cotto aggiungetene ancora fino a cottura ultimata.

Buon appetito!!


Per concludere, e rimanere in tema, ecco la foto del monello di casa: Kanhaiya (pron. Kaneiya) detto Kana. Cioé uno dei gattini nati a casa dei miei e rinomato come la peste del vicinato. Il dirimpettaio mi ha chiesto da quale galera é scappato. Ormai abbiamo storia avvincenti e fumetti/cartoni animati "mentali" per ognuno degli animali del vicinato. Solo noi siamo arrivati ad avere un picco di 14 gatti e un cane, oltre a due simpaticissimi ricci.

22 agosto 2008

Couscous al limone e seitan-kebab




Ecco un´altra delle ricette che mi ha preparato la mammina... e mentre la preparava: "vila, vieni qui a farmi la foto!!!" oppure "sto versandolo nella pentola, vieni ad immortalare".
E cosí ha passato anche lei i suoi momenti di gloria davanti all´obiettivo!!! hehehe :))

Quindi andiamo per fasi:



Il seitan va messo a macerare in olio e spezie per una notte o un giorno intero. Quali siano le spezie, la grande cuoca non me l´ha rivelato, spero che ce le dica nel commento.



Poi ha fatto scaldare dell´olio (io metterei l´olio della marinata) con una foglia di alloro e del concentrato di pomodoro.

Dopo qualche minuto aggiungere il seitan marinato. E fare ben rosolare



A parte cucinare il couscous e aromatizzatelo con della buccia e del succo di limone.

Comporre i piatti.




Mentre il seitan cucinava, ho notato questo bellissimo fiore di ibisco nel giardino del vicino. Quasi quasi mi sentivo alle Hawaii!!!! ;)












si vede che adoro i fiori???

saluti affettuosi a tutti!!

Schischetta e Colonia


Venendo in Italia ho preso l´aereo da Francoforte (Hahn). Questo significa che ho dovuto prendere il pullman a Colonia.

E qual é il suo simbolo?



Esatto!! Il duomo: DOM!!!

Questa foto é stata scattata dal retro della stazione centrale mentre stavo andando a prendere il bus.

Ma prima di partire ho dovuto far fuori tutto quello che in una settimana sarebbe andato a male. Mio marito era a casa a lavorare, ma é sempre meglio non lasciargli a casa nulla: preferisce comprarsi alla giornata ció di qui ha bisogno.



Quindi ho preparato a mio marito un´insalata di patate da portarsi al lavoro per pranzo e delle "cotolette" di fiocchi d´avena per il giorno seguente o per cena. Poi c´erano dei ravanelli e dei pomodorini come verdura cruda.

E questa é diventata anche la mia schiscetta da viaggio.



Nella vaschettina mi sono portata l´insalata di patate fatta tagliando a pezzetti delle patate bollite (eventualmente sbucciate) e condite con una salsina fatta frullando della panna di soya con dell´aceto di mele e delle verdurine in agrodolce oppure sott´olio. In questo modo ho finito i peperoni sott´aceto, l´insalata di sedano rapa e dei carciofini. Alla fine ho regolato di sale e pepe.

Secondo me é meglio prepararla la sera oppure un giorno prima in modo che le patate diventano piú saporite.




Le cotolette di fiocchi d´avena sono invece fatte mettendo a bagno i fiocchi d´avena con del brodo vegetale e dei pezzetti di alghe. Non ho mai misurato quanto liquido serve, in genere li copro di brodo bollente, aspetto che viene tutto assorbito e poi se penso che i fiocchi non sono abbastanza bagnati ne aggiungo poco alla vota. Poi si insaporiscono come si preferisce.
In questo caso ho messo dei peperoni rossi a pezzetti, uno verde, una scatola di mais e ho speziato con del cumino in polvere, della paprika, e regolato di sale. Doveva risultare "messicaneggiante"... :))

Poi ho fatto delle polpette e le ho appiattite nel pane grattuggiato e le ho fatte cucinare sulla padella antiaderente senza grassi.

Al momento dell´utilizzo le scaldo con un filo d´olio, o di burro se preferite.
Anche se penso di utilizzarle subito, le cucino senza grassi e solo all´ultimo lo aggiungo.
Cosí mi sembra meno fritto, l´olio meno scaldato e spero sia un po´piú salutare, oltre che buono!!!

Mio marito dice che dovrei pubblicare piú spesso, se non esclusivamente le sue schischette da lavoro... ma con il fatto che in ufficio ha una cucina completa, ultimamente preferisco preparare un piatto di pasta al momento... cosí almeno pranziamo insieme!!

peperoni farciti sott´olio




Ecco una delle magnifiche ricette della mamma: peperoncini ripieni di tofu, erbe, capperi e olive... una favola...

ecco alcune foto:



 

My Blog List

Term of Use

In cucina con Vila Copyright © 2009 Flower Garden is Designed by Ipietoon for Tadpole's Notez Flower Image by Dapino