28 settembre 2008

panir di soya


oggi ho provato a fare il panir di soya in casa. Così semplice che neanche mi immaginavo!!!
L'idea l'ho tratta dalla ricotta di soya di Vera.

Ieri sera ho messo a bagno della soya.
Stamattina l'ho frullata nel "bicchiere" del frullatore, aggiungendo gradualmente acqua bollente. Ho messo il tutto in una pentola. A questo punto il procedimento è come quello del panir: non appena sale il bollore (cioè che la schiuma sta per straboccare) si aggiunge del succo di limone. Mescolare un paio di volte e lasciar riposare circa cinque minuti. L'ho scolato nel colino ricoperto con un telo da formaggio e ho messo sopra una pentola piena di acqua come pressa.

Fine.


Semplice, vero? Ho provato sia filtrando il frullato di soya sia lasciando con l' "okara" dentro. Ottimo risultato in entrambi i casi e quindi poi ho cagliato senza filtrare.

Ho provato a fare anche il panir di latte di avena: non caglia!!! Anche se lo mescolo a quello di soya impedisce alla soya di cagliare.

Morale della favola, con due tazzine da te, una di avena e una di soya mi sono ritrovata con quantità industriale di avena, "okara" di avena per far polpette e panir di soya. Ottimo, no??

Ciao a tutti,
Saluti affettuosi

25 settembre 2008

Onu: "Mangiare meno carne per salvare l'ambiente"




a cura di AltrAgricoltura Nord est
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tratto da http://www.progettogaia.it - 22/09/2008

L'appello di Pachauri, presidente dell'Ipcc, premio Nobel per la pace 2007
con Gore
"Rinunciare alla fettina almeno una volta alla settimana avrebbe un impatto
notevole"

Onu: "Mangiare meno carne per salvare l'ambiente".
LONDRA - Rinunciare a fettina o bistecca una volta alla settimana per
salvare l'ambiente. Perché facendo sparire da tavola la carne almeno un
giorno ogni sette si combatte il surriscaldamento globale. L'appello è
rilanciato dall'Onu per bocca di Rajendra Pachauri, economista indiano,
vegetariano, e una delle voci più autorevoli in materia di clima: presidente
dell'Ipcc, il panel intergovernativo sui mutamenti climati delle Nazioni
Unite, lo scorso anno ha ricevuto insieme ad Al Gore il premio Nobel per la
pace.

L'impatto di quella che appare come una modesta rinuncia sarebbe notevole,
più di quello che i non addetti ai lavori possono pensare: l'allevamento di
bestiame, infatti, è responsabile del 18% delle emissioni complessive di gas
serra, molto più del settore trasporti cui è attribuito il 13%. E, se per
molte persone rinunciare all'auto può diventare molto problematico,
scegliere insalata, frutta e verdura almeno una volta ogni sette giorni è
decisam ente più fattibile.

E anche più conveniente per l'ambiente. I numeri parlano chiaro: la
produzione di un chilogrammo di carne causa emissioni equivalenti a 36,4 kg
di anidride carbonica. L'allevamento e il trasporto di animali inoltre
richiede, per ogni chilo di carne, la stessa energia necessaria per
mantenere accesa una lampadina da 100 watt per quasi tre settimane. E il
bestiame è una fonte diretta di metano, 23 volte piu dannoso dell'anidride
carbonica, prodotto naturalmente dai processi digestivi degli animali da
allevamento.

Pachauri, che aveva già lanciato l'allarme all'inizio dell'anno a Parigi, ne
parlerà domani a Londra nel corso della annual lecture della 'Compassion in
World Farming', un'associazione animalista britannica che ha chiesto al
governo di impegnarsi per ridurre il consumo di carne del 60 per cento entro
il 2020. Se l'industria della carne denuncia di essere ingiustamente nel
mirino, la causa promossa dall'Onu ha già testimonial famosi, come sir Paul
McCartney. E acquista una urgenza particolare, alla luce delle stime della
Fao: secondo l'agenzia Onu per il cibo e l'agricoltura, il consumo di carne
è destinato a raddoppiare nel 2050.

22 settembre 2008

è andato via...



... il mio angioletto se n'è andato.

Let a father be remembered...
... by the love he has for his children

Let a husband be remembered...
... by the love he has for his wife

Let a son be remembered...
... by the love he has for his mother

Let him not be remembered by the times he fell...
... but by the times he rose

Let him not be remembered by the times he was harsh...
... but by his beautiful smile...
... for his courage in the face of obstacles...
... for the love he never withheld...
... and the beautiful soul that always was his.

Miss you...

15 settembre 2008

simil pannelle indianeggianti...


... ovvero la rivincita della pastella...

no, non è il titolo di un film. Oggi ho fatto i jalapenos farciti. La ricetta seguirà quando riuscirò a scaricare le foto dalla macchina.

Ma come al solito mi avanza la pastella... ma cosa fare?? Di solito faccio frittelle, ma il post di Vera sulle pannelle me ne ha fatto venire una voglia matta.

Anche io ne avevo già parlato. Con papà palermitano, le pannelle sono il mio street-food preferito!!! Sempre con una spruzzata di limone sopra.

Questa volta sono indianeggianti per la presenza di curcuma e sono delle frittelle semplici, tipo i sada pakora indiani, ovvero quelli fatti di sola pastella.

Ecco la ricetta:

Fare una pastella con farina di ceci e acqua frizzante. Io l'ho fatta un po' liquida e poi l'ho "raddensata" aggiungendo del pane grattuggiato. In questo modo è più rustica, ma si può benissimo fare con sola farina di ceci o con un misto di farina di ceci e bianca.
Condire con curcuma e paprika dolce e salare con del sale nero. Aggiungere semi di finocchio e prezzemolo.
Friggere a cucchiaiate in olio caldo.

Servire con spicchi di limone da spremere secondo gusto.



Del sale nero ne ho già parlato qui. Oggi invece vorrei parlarvi dei semi di finocchio. Non sono una dotta, quindi vi faccio un po' di copia e incolla:

Si usano per la preparazione di zuppe, verdure, pane e formaggi, ma anche per tisane e bibite fredde. Dal punto di vista terapeutico, sono efficaci contro le fermentazioni intestinali, hanno proprietà digestive e diuretiche, sono indicati contro i dolori di stomaco, l'indigestione, l'aereofagia, l'alitosi, la mancanza di appetito, la nausea, la stitichezza, la diarrea e i parassiti intestinali. Inoltre combattono i sintomi dell'influenza, l'asma e la cistite, aiutano l'avvio delle mestruazioni e la produzione di latte. Per applicazione esterna, l'infuso di finocchio calma le irritazioni degli occhi e disinfetta.

I semi di finocchio sono una spezia utile in caso di difficoltà digestive (sonnolenza post-prandiale, pesantezza epigastrica), aerofagia, fermentazioni intestinali e vomito gravidico; alcune ricerche affermano che i semi di finocchio, assunti nel periodo dell'allattamento, sarebbero in grado di rendere il latte più gradevole ai neonati. Secondo altre fonti, invece, avrebbe un effetto galattogogo, ossia favorirebbero la produzione di latte materno nel periodo dell'allattamento.

CONSIGLIATO
A chi vuole stimolare l'appetito, favorire la digestione e bloccare i processi fermentativi intestinali; a chi vuole calmare i dolori addominali, frenare il vomito e placare il singhiozzo; alle mamme in allattamento che vogliono aumentare la montata lattea e rendere più gradevole il sapore del loro latte.


14 settembre 2008

Pasta con le cime di rapa ... vila-style!!!



Anche se sono senza macchina fotografica, non voglio mancare di postare qualche ricettina preparata in questi giorni a casa dei miei.
Come vi avevo già detto, papà non sta molto bene. E così si alternano giorni da menu "ospedaliero" a giornate un po' più "elaborate" dove zuppe e minestre lasciano il posto alla pastasciutta.

Ieri sera sono arrivati gli zii e così un bel piatto di pasta per tutti!!

Dal fruttivendolo avevo trovato delle bellissime cime di rapa fresche fresche e a buon prezzo: 1€ al Kg. In Germania questi prezzi ce li scordiamo e così ho fatto scorta e ne ho comprato un bel chiletto abbondante. Per fortuna che quando si tratta di foglie verdi ne compro sempre in abbondanza, così se siamo solo noi diventa cime di rapa alla pasta e se arrivano ospiti inattesi diventa la classica pasta pugliese, ma cotta alla vila-style.

E qual è il mio stile?? Non buttare via niente. E voi direte che lo sapete già, è la regola numero uno della tua cucina, mi direte. E avete pienamente ragione. In questo caso quello che non si butta via è l'acqua di cottura ricca di minerali (vedi la nota a fine ricetta).
Classicamente le cime di rapa vengono bollite in abbondante acqua. Quando sono al dente si butta dentro la pasta, poi si scola il tutto e si condisce con olio crudo. Questa è la ricetta "classica" di mia zia la pugliese.
Ma questo per me è spreco: io taglio a strscioline le foglie, le faccio rosolare con dell'olio evo caldo e peperoncino rosso, e poi le cucino con poca acqua e sale, e se necessario ne aggiungo altra durante la cottura. Così tutto rimane dentro. O almeno quello che non si rovina durante la cottura.

A volte per rendere più "fluido" il sugo aggiungo della salsa di pomodoro così fa una bella cremina. Ma non sempre.

E la pasta? Se possibile orecchiette fresche!! Se no la scorsa sera ho usato dei tortiglioni integrali, oppure penne o fusilli o qualunque pasta avete in casa. Se integrale e bio, meglio.

Ma con mio marito le facciamo spessissimo con i gnocchi di patate. Molto, ma molto buoni!!!

Su lifegate ho scoperto che le cime sono ricchissime di proprietà nutritive. Lo sapevate che hanno il doppio di vitamina C delle arance bionde? Contengono inoltre molto calcio, vitamina A, vitamina B2 e fosforo. Sono ricchissime di antianemica clorofilla, stimolano l'appetito e disintossicano l'organismo. Sono consigliate alle donne in gravidanza perchè contengono molto folato utile per prevenire la spina bifida nel bambino.

Inoltre, come tutte le verdure a foglia verde sono ricchissime di proteine. Spesso a mio marito chiedono dove prende le proteine visto che è vegetariano, mangia raramente dei latticini e ancora più raramente i legumi. E lui risponde sempre: dalle foglie verdi!!!
Dovete immaginare che le cime di rapa ne contengono talmente tante da essere un ottimo sostituto della carne, tanto che i nostri nonni le utilizzavano come tale.

Non che io sia una sfegatata fan della "green revolution" (vedi il libro sugli scaffali del mio blog), ma sono stra convinta che le foglie verdi sono alla base nutrizionale di tutti gli animali, esseri umani compresi.
In natura sono infatti il cibo più accessibile e sempre disponibile. E gli animali, soprattutto mammiferi ne fanno gran uso. Basta vedere gatti e cani, per non parlare di mucche, cavalli, pecore, capre ecc... che non passa giorno che le usano sia a scopo medicinale che nutritivo.

Bon, dai, ho parlato abbastanza. Oggi voglio dedicare questa semplice ma importante pasta (ve l'ho detto che è la mia preferita?) a Francesca-Verdesperanza conosciuta su un forum che mi ha mandato un messaggio, dicendo che visitando il mio blog le è venuta voglia di incollarsi alla porta della mia cucina.

Sono contenta che il mio blog ti sia piaciuto, cara Francesca, e in un momento così triste della mia vita mi fa piacere che c'è qualcuno che passa a trovarmi nella mia cucina virtuale dove i dispiaceri se ne vanno per lasciar posto a passioni e spensieratezza.

Un saluto affettuoso a tutti voi
e buona domenica!!

Vila

08 settembre 2008

Profiteroles vegan & blog in inglese



Un altro sito vegano da segnalare: Urban Vegan. Da tempo lo leggo in quanto ho trovato una delle ricette più "impossibili" da rendere vegani: i profiteroles.
Non ci credete? Eppure è così!! Li ho finalmente trovati senza sostituti industriali per uova e con semplici ingredienti che tutti noi abbiamo in casa.

La ricetta però non è sua. E' di Eden in the Kitchen. Anche la combinazione mi è piaciuta molto, il ripieno alle mandorle e copertura di caffè e cioccolato. Il che per una combinazione più ayurvedica sostituirei il caffè con quello di cereali e il cioccolato con la carrubba, anche se io personalmente preferisco il cacao!!! ;)

La ricetta è arrivata seconda al concorso Vegans gone wild!! però io gli avrei dato il primo! :))

Cmq presto li proverò. Ieri avevo persino bollito le patate per farli, ma tornata a casa la nonna aveva già pensato a rosolarle :(
Spero oggi pomeriggio di trovare un po' di tempo... tanto che cercavo la ricetta dimenticata sul computer di mamma, e ora finalmente posso provarla!!

Vi farò sapere come è andato l'esperimento.

A presto amici miei,

con affetto

*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*:*

Aggiornamento:

Provati: disastro assoluto!! L'aspetto era quello, ma dentro sembravano crocchette di patate!!!
Però non mi demoralizzo: prima o poi verranno... tentativo dopo tentativo...
Come si fa a fare una ricetta in tazze e cucchiai? Un cucchiaio di patate?? raso, colmo, medio... boh?!
Però a crudo l'impasto era molto bello. Sono sicura che modificando la ricetta prima o poi verrà... vedremo....

06 settembre 2008

polpette di miglio ai peperoni





Eccomi tornata di nuovo in Italia. Ma questa volta non per ferie.
Papà è molto malato e così finchè non si riprende sono qua. Anche il computer fa storie... non so come mia mamma sia riuscita ad infettarlo così tanto con spy e trojan. e così si apre quando vuole. Spero di averlo stabilizzato un po'.

Sono partita di fretta dalla Germania, e così ho portato con me la macchina fotografica piena di ricette e di foto varie, ma non il carica batterie e il cavo usb. Spero di trovare un modo di ovviare alla dimenticanza, spero di trovare un cavo che vada bene qui a casa, ma ne dubito.

Oggi vi proporrei delle polpette di miglio che ho fatto giorni fa.
Devo ancora ritrovare il foglietto della ricetta. Una volta tanto avevo scritto le dosi.

Per ora solo foto e ricetta molto sommaria. Spero un giorno di poter aggiornare con le dosi esatte.




Cucinare il miglio: rosolare il miglio con dell'olio di oliva o di girasole e poi cucinare con dell'acqua pari al doppio del volume del miglio a crudo. (per es. un bicchiere di miglio e due di acqua). Salare leggermente, coprire la pentola con un coperchio e far cuocere a fuoco moderato finchè l'acqua sarà assorbita. Far raffreddare.

Nel frattempo che il miglio si cucina, fare un trito di sedano fresco, olive, capperi, pomodori secchi, un pezzettino di alga (pomodori secchi+alghe = buon sostituto delle acciughe!!!) una manciata di basilico, dell'origano e peperoncino. Aggiungere al miglio raffreddato.







Fare le polpette. Eventualmente aggiungere della farina o del pane grattuggiato.




Tagliare dei peperoni gialli a cubetti. Rosolarli in padella con olio evo, sale e pepe finchè al dente.

Scaldare l'olio in una padella e fare rosolare leggermente le polpette da entrambi i lati.




In una terrina mettere uno strato di peperoni. Adagiare sopra le polpette e coprire con pochi peperoni.

Infornare per 10-15 minuti.
 

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